martedì 15 gennaio 2008

Una campana di vetro


EUGENIO MONTALE

IL BALCONE


Pareva facile giuoco
mutare in nulla lo spazio
che m'era aperto, in un tedio
malcerto il certo tuo fuoco.

Ora a quel vuoto ho congiunto
ogni mio tardo motivo,
sull'arduo nulla si spunta
l'ansia di attenderti vivo.

La vita che dà barlumi
è quella che sola tu scorgi.
A lei ti sporgi da questa
finestra che non s'illumina.


(da Le occasioni, 1939)




"Mi pareva di vivere sotto a una campana di vetro, eppure sentivo di essere vicino a qualcosa di essenziale. Un velo sottile, un filo appena mi separava dal quid definitivo. L'espressione assoluta sarebbe stata la rottura di quel velo, di quel filo: una esplosione, la fine dell'inganno del mondo come rappresentazione". Alla luce di questo frammento di intervista del 1946, sperduto nell’opera omnia del Premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale, sembra quasi di immaginare quella casa, quella luce baluginante che appare sulla terrazza, sembra di intuire quella ricerca, quel sentire che fremono come sotto pelle nei versi di una delle sue più note poesie.


Fotografia © Daniele Riva



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LA FRASE DEL GIORNO
I libri sono specchi che riflettono quello che abbiamo dentro.
CARLOS RUIZ ZAFON, L'ombra del vento





Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


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