giovedì 11 settembre 2008

Sette anni dopo


È innegabile: l'11 settembre 2001 il mondo è cambiato. L'Occidente che conoscevamo, con tutte le sue libertà e le sue certezze, è stato radicalmente mutato da quegli aerei infilatisi nelle Torri Gemelle di New York e nel Pentagono. Basta confrontare le trafile che servono per imbarcarsi su un aereo oggi con quelle che esistevano prima di quella data: ora si usano anche i raggi X che spogliano letteralmente un individuo.

Tutti ricordiamo esattamente quello che stavamo facendo quel giorno, che Giovanni Paolo II definì "il più buio nella storia dell'umanità". Io, ad esempio, ero a Malgrate per lavoro quel pomeriggio: sono salito in macchina, ho acceso la radio e tutto è cambiato. Ho capito subito la gravità di ciò che stava accadendo, ho guidato verso casa sgomento, in modo automatico, impressionato dalla serietà dei volti degli altri automobilisti che incrociavo ai semafori, dei pedoni lungo la statale. E le Torri ancora non erano crollate!
Tutto sembrava insignificante: il lago, la strada, il foehn caldo di settembre che soffiava dai giardini, tutto... Arrivai a casa alle cinque meno venti: mi misi a seguire i telegiornali e la CNN e EuroNews fino a mezzanotte! Poi lo sdegno è stato troppo, non ho resistito più.

Il male che ci hanno fatto è stato quello di svuotarci. Le nostre occupazioni, i nostri interessi, le nostre preoccupazioni sono improvvisamente diventati nulla in confronto alla tragedia. La guerra che sarebbe poi scoppiata era scritta in quelle pietre annerite, in quelle decorazioni di acciaio divelte. Difficile è stato anche per i poeti narrare quel giorno: come nel salmo 136 le cetre erano appese ai salici, mute. Il rischio era di rendere estetica la tragedia, l'orrore morale. Forse con il tempo si riuscirà ad avere una visione meno deformata.

Davanti a Ground Zero, Leon Wieseltier, editorialista di "The New Republic", ha osservato:

Non ero preparato per quello che ho visto. Non so come esprimere la qualità del mio shock, se non per dire che la cultura era completamente bandita dalla mia mente. Ero improvvisamente muto e istupidito come se non avessi mai letto un libro. Le mie osservazioni avevano cancellato i miei ricordi. Ero senza allusioni e senza metafore. Può essere nuda una mente? Quindi ero nudo, senza coperture. Tutto quello che potevo fare era cercare, e pregare di vedere.

Non dimentichiamo, non lasciamo agli strateghi dei complotti l'11 settembre: “Coloro che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo” scrisse George Santayana (“The Life of Reason”, I, 12). E incappano più volte nello stesso errore, non recepiscono la lezione della storia, sia quella particolare della loro vita, sia quella universale.


Immagine: September11victims.com



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LA FRASE DEL GIORNO
Pompieri, poliziotti, medici, infermieri. Costoro hanno donato la loro vita per estranei. Sono stati ispirati dal loro senso del dovere e dal loro amore per l'umanità. Quando si sono precipitati nelle Torri gemelle e negli altri edifici per salvare vite umane non si sono fermati a chiedere alle persone se erano ricche o povere, non hanno domandato a quale religione, razza e nazionalità appartenessero. Si sono solo gettati per salvare il loro prossimo.
RUDOLPH GIULIANI, Discorso allo Yankee Stadium, 23 settembre 2001

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