martedì 9 marzo 2010

Il canto selvaggio di Antonia Pozzi


ANTONIA POZZI

CANTO SELVAGGIO

Ho gridato di gioia, nel tramonto.
Cercavo i ciclamini fra i rovai:
ero salita ai piedi di una roccia
gonfia e rugosa, rotta di cespugli.
Sul prato crivellato di macigni,
sul capo biondo delle margherite,
sui miei capelli, sul mio collo nudo,
dal cielo alto si sfaldava il vento.
Ho gridato di gioia, nel discendere.
Ho adorato la forza irta e selvaggia
che fa le mie ginocchia avide al balzo;
la forza ignota e vergine, che tende
me come un arco nella corsa certa.
Tutta la via sapeva di ciclami;
i prati illanguidivano nell'ombra,
frementi ancora di carezze d'oro.
Lontano, in un triangolo di verde,
il sole s'attardava. Avrei voluto
scattare, in uno slancio, a quella luce;
e sdraiarmi nel sole, e denudarmi,
perché il morente dio s'abbeverasse
del mio sangue. Poi restare, a notte,
stesa nel prato, con le vene vuote:
le stelle – a lapidare imbestialite
la mia carne disseccata, morta.

Pasturo, 17 luglio 1929

(da Parole, 1941)

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Antonia Pozzi era nata nel 1912: questa sua poesia è dunque una delle primissime che scrisse, nell’amena località di villeggiatura di Pasturo, in Valsassina. Una diciassettenne che ama la montagna e sfoga la sua esuberanza tra prati e roveti, nei boschi colmi di ciclamini, nel languore dorato del tramonto. Una ragazza che esprime il suo lato selvaggio nell’appartenenza alla natura, nella consapevolezza di esserne parte con il suo corpo. Eppure, ci sono già i sintomi, c’è quel desiderio finale di morte che è presago in maniera inquietante: Antonia si ucciderà proprio così, di lì a nove anni: la sera del 2 dicembre 1938 si stenderà sul prato gelido dell’abbazia di Chiaravalle, imbottita di barbiturici, ad attendere la fine…

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Egon Schiele, “Donna con le gambe distese”

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LA FRASE DEL GIORNO
Vorrei che la mia anima ti fosse / leggera, / che la mia poesia ti fosse un ponte, / sottile e saldo, / bianco – / sulle oscure voragini / della terra.
ANTONIA POZZI, Parole




Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938), poetessa italiana. Laureatasi in Filologia con una tesi su Flaubert, si tolse la vita dopo una contrastata storia d’amore. Il suo diario poetico Parole fu pubblicato postumo, nel 1939: composto a partire dai diciassette anni, riflette un'amara e inquieta sensibilità in cui si avverte l'influsso della lirica di Rilke.


4 commenti:

Atti effimeri di comunicazione ha detto...

adoro antonia pozzi!!!:)

DR ha detto...

piace molto anche a me

Atti effimeri di comunicazione ha detto...

per me,insieme alla dickinson e a elizabeth barrett browning è la migliore da leggere.... adoro un sacco di sue poesie...non ho più qui i suoi libri ma la ricordo bene... fantastica!

DR ha detto...

qui tutte le sue poesie in PDF, l'edizione portatile... qui invece tutte le poesie in questo blog>