lunedì 2 maggio 2011

Il rondone raccolto sul marciapiede

 

EUGENIO MONTALE

IL RONDONE

Il rondone raccolto sul marciapiede
aveva le ali ingrommate di catrame,
non poteva volare.
Gina che lo curò sciolse quei grumi
con batuffoli d’olio e di profumi,
gli pettinò le penne, lo nascose
in un cestino appena sufficiente
a farlo respirare.
Lui la guardava quasi riconoscente
da un occhio solo. L’altro non si apriva.
Poi gradì mezza foglia di lattuga
e due chicchi di riso. Dormì a lungo.
Il giorno dopo riprese il volo
senza salutare.
Lo vide la cameriera del piano di sopra.
Che fretta aveva fu il commento. E dire
che l’abbiamo salvato dai gatti. Ma ora forse
potrà cavarsela.

(da Diario del ‘71 e del ‘72, Mondadori, 1973)

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Diario del' ‘71 e del ‘72 è una raccolta molto particolare del tardo Eugenio Montale: il poeta genovese evoca figure, mischia viventi e scomparsi, intarsia i piccoli fatti quotidiani con i grandi pensieri, con gli antichi ricordi, e lo fa con uno stile che scolorisce il grande verso montaliano, decadendo nella prosa, nel discorsivo. Giorgio Zampa, a proposito di questa raccolta, ma anche di Satura e Quaderno di quattro anni, le opere  a cavallo degli anni ‘70 parla di un bianco e nero, di un grigio in cui affiora qua e là qualche tinta. Con Il rondone siamo sicuramente nel bianco e nero: il salvataggio del pennuto è un piccolo dato minimalista nella giornata del poeta, ormai costretto a rallentare i ritmi dalla vecchiaia. Non è un inno alla speranza il volo spiccato dopo le amorevoli cure della governante, ma un semplice dato di fatto, registrato – come dice Zampa – nel “verbale, tenuto coraggiosamente a giorno,  della propria sconfitta quotidiana”.

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Fotografia © Bastet78

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LA FRASE DEL GIORNO  
Mi chiedi  perché navigo / nell’insicurezza e non tento / un’altra rotta? Domandalo / all’uccello che vola illeso / perché il tiro era lungo e troppo larga / la rosa della botta. 
EUGENIO MONTALE, Diario del ‘71 e del ‘72




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.

2 commenti:

Vania ha detto...

...l'importante è che si sia salvato....non importa il modo.

...toccante scritto.
ciao Vania

DR ha detto...

ho sempre provato a salvare gli animali in difficoltà: gli uccelli che sbattono sul vetro, la lucertola che finisce in un catino d'acqua in giardino... naturalmente sono contro la caccia e la corrida