domenica 16 giugno 2013

A me pareva il mare

 

ANTONIA POZZI

AMORE DI LONTANANZA

Ricordo che, quand'ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo una finestra che guardava
sui prati; in fondo, l'argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo,
c'era una striscia scura di colline.
Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un'aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l'orizzonte;
socchiudevo un po' gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.

Milano, 24 aprile 1929

(da Parole, 1939)

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Qualche sera fa stavo guardando uno dei pochi canali televisivi ancora degni di essere visti, Rai 5, e c’era una puntata di Cool Tour Speciale Poesia dedicata alla poetessa milanese Antonia Pozzi. Tra le poesie lette c’era questa, una delle prime da lei scritte, quando aveva da poco compiuto diciassette anni, riferita a un passaggio nella casa materna di Zelata di Bereguardo: forse ancora un po’ acerba, ma già viva di quelle immagini finali che disegnano un’illusione di mare, che fanno un’illusione ancora più bella della realtà. Come i sogni, come i desideri…

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Ticino

IL TICINO A BEREGUARDO - FOTOGRAFIA © CINEMAGORA

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LA FRASE DEL GIORNO
So che forse noi siamo creature / nate tutte da un'ansia eterna: il mare; / e che la vita, quando fruga e strazia / l'essere nostro, spreme dal profondo / un po' del sale da cui fummo tratte.
ANTONIA POZZI, Parole




Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938), poetessa italiana. Laureatasi in Filologia con una tesi su Flaubert, si tolse la vita dopo una contrastata storia d’amore. Il suo diario poetico Parole fu pubblicato postumo, nel 1939: composto a partire dai diciassette anni, riflette un'amara e inquieta sensibilità in cui si avverte l'influsso della lirica di Rilke.


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