mercoledì 13 agosto 2014

Rotondi come frutti

 

ÁNGELA FIGUERA AYMERICH

IL FRUTTO ROTONDO

Sì, anch’io vorrei essere parola nuda.
Essere un’ala senza piume in un cielo senza aria.
Essere oro senza peso, sogno senza radici,
un suono che nessuno fa…
Però i miei versi nascono rotondi come frutti,
avvolti nella polpa calda della mia carne.

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Rivendica una personalità ai suoi versi la poetessa basca Ángela Figuera Aymerich, una carnalità, un’appassionata adesione alla sua vita, che si contrappone alla poesia asettica, sterile, confezionata. C’è nei suoi versi quell’afflato che manca alla politezza di altri poeti, al nitore metallico delle loro poesie: e non è un difetto, anzi…

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CAMILLE ENGEL, “MARGO’S CUP AND SAUCER”

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LA FRASE DEL GIORNO
Io non credo in quei poeti dalle cui menti, si dice, i versi prorompono già compiuti, come dee corazzate. Io so quanta vita interiore e quanto sangue rosso vivo ogni singolo verso genuino deve aver bevuto, prima di poter alzarsi in piedi e camminare da solo.
HERMANN HESSE, Hermann Lauscher




Ángela Figuera Aymerich (Bilbao, 30 ottobre 1902 – Madrid, 2 aprile 1984),  scrittrice spagnola, rappresentante della cosiddetta poesia senza radici della prima generazione spagnola del dopoguerra. Dall'attaccamento al quotidiano e al paesaggio degli esordi è passata ad una visione più impegnata del mondo sviluppando la sua fase di poesia sociale, definita "esistenzialismo solidale".


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