venerdì 31 ottobre 2014

Cedere con grazia

 

ROBERT FROST

RILUTTANZA

Fuori per campi e boschi
E oltre le mura ho viaggiato;
Salito su colline panoramiche
Ho guardato il mondo, sono sceso;
Per la via grande son tornato a casa,
Ed ecco ho terminato.

Le foglie sono tutte morte a terra,
Ma la quercia le sue trattiene
Per ammucchiarle una a una
E lasciarle graffiare e strisciare
Fuori sulla crosta di neve,
Quando le altre staranno a riposare.

Confuse e immobili le foglie morte,
Non più sbattute qua e là;
L’ultimo astro solitario è scomparso;
Appassiscono i fiori dell’hamamelis;
Ancora cerca e si tormenta il cuore,
Ma i passi domandano «dove?».

Ah, quando mai al cuore dell’uomo
Fu meno che un tradimento
Lasciarsi alla deriva delle cose,
Cedere con grazia alla ragione,
E piegarsi e accettare la fine
D’un amore e d’una stagione?

(Reluctance, da A boy’s will, 1913 - Traduzione di Giovanni Giudici)

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Robert Frost, poeta statunitense sovente immerso nell’atmosfera dei boschi e della campagna, riflette sul ritmo delle stagioni, sul naturale avvicendarsi, sul nascere e finire delle cose, e considera che solo degli uomini è questa riluttanza ad abbandonarle al loro destino - che sia un amore finito o un periodo della vita, siamo incapaci di chiudere i conti come fanno gli alberi, come fanno i fiori.

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Autunno

FOTOGRAFIA © NAOMI METZ/BBC

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LA FRASE DEL GIORNO
Noi amiamo le cose che amiamo per quel che sono.
ROBERT FROST, Mountain interval




Robert Lee Frost (San Francisco, 26 marzo 1874 – Boston, 29 gennaio 1963), poeta statunitense, vincitore di quattro Premi Pulitzer. Le sue poesie, attraverso la raffigurazione con una notevole padronanza del linguaggio colloquiale della vita rurale del New England all’inizio del ‘900, indagano temi sociali e filosofici. La strada non presa è la sua poesia più celebre.


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