martedì 9 dicembre 2014

Nel suo guanciale di passi

 

GERARDO DIEGO

ROSA MISTICA

Era lei
                                  E non lo sapeva nessuno

Ma quando passava
le piante s’inginocchiavano

Annidava nei suoi occhi
                                        l’avemaria
s’intrecciavano nelle sue chiome
                                                      le litanie
Era lei                                              Era lei

Svenni nelle sue mani
come una foglia morta

                                             le sue mani ogivali
                                che davano da mangiare alle stelle

Volavano nell’aria
romanze senza suono

                                          Nel suo guanciale di passi
                                           rimasi addormentato

(Rosa mística, da Imagen, 1921 - Traduzione di Vittorio Bodini)

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Gerardo Diego, poeta spagnolo, portò all’estremo l’avanguardia del surrealismo iberico, seguendo l’esempio francese di Pierre Reverdy: cercava più che il nuovo, l’inedito, come si può apprezzare da questa poesia che racconta dell’incontro con una bellissima donna per la strada e risulta - come rilevò Vittorio Bodini - “una vetrina di immagini” che richiama dipinti di Picasso e di Chagall.

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chagall-pisa

MARC CHAGALL, “PRINTEMPS AU PRÉ”

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LA FRASE DEL GIORNO
Perquisite il mio taschino / Vi troverete piume in funzione di uccello / briciole in cerca di pane tarlate divinità / frasi d’amore eterno senza / carta d’imbarco / e gli occulti sentieri delle onde.
GERARDO DIEGO, Biografia incompleta




Gerardo Diego Cendoya (Santander, 3 ottobre 1896 – Madrid, 8 luglio 1987, poeta e scrittore spagnolo, appartenente alla cosiddetta Generazione del ‘27. Dapprima seguace del movimento "ultraista", subì l'influenza della poesia di Jiménez e di Antonio Machado, instaurando una poesia di gusto classico e gongorista.


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