domenica 6 settembre 2015

L’ultimo tram

 

LUIGI DI RUSCIO

LA NOTTE SI CORRE

La notte si chiude
con l’ultimo tram che fa tremare le case
e il miagolio dei gatti rimane nella memoria
tutte le immagini della giornata tornano
vorrei ancora goderli questi momenti
contemplare con calma tutte le immagini
le voci della strada hanno suoni inarticolati
forse è un uomo che traballa
e discute con nemici ignoti
e fa gesti con le mani per tutto avere
e non ha che l’aria
la luna impassibile
sembra che ascolti ogni nostra parola
che spii i sogni più intimi
quando sono liberati i mostri
e dobbiamo correre.

(da Le streghe s’arrotano le dentiere, Marotta, 1966)

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Autodidatta munito di licenza elementare, trasferitosi in Norvegia nel 1957 a lavorare come operaio in una fabbrica di chiodi, è personaggio originalissimo e sottovalutato il poeta marchigiano Luigi Di Ruscio: Salvatore Quasimodo scrisse che le sue poesie “sono nell’angoscia di un crescendo della simbolica mania di persecuzione dell’autore che non ama distrarsi per selezionare una bella pagina da auditorium”. Così vanno letti i “nemici ignoti” e i “mostri” che escono da noi e ci rincorrono: avvilimenti, rivolte contro il sistema, depressioni, momenti di burbera chiusura.

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EDWARD STELL HARPER II, “A STREET AT NIGHT IN WET WEATHER”

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LA FRASE DEL GIORNO
Quando una cosa viene molto bene, resiste da sola, è autosufficiente, quella è poesia; quando una cosa invece non resiste da sola e c’è bisogno di una discussione, di una spiegazione, quella invece è prosa.
LUIGI DI RUSCIO




Luigi Di Ruscio (Fermo, 27 gennaio 1930 – Oslo, Norvegia, 23 febbraio 2011), poeta, scrittore e saggista italiano.  Partendo dalla sua storia personale, trattando di temi quali la marginalità, il lavoro in fabbrica, l’orizzonte politico del dopoguerra, è riuscito a descrivere la storia umana generale, utilizzando un linguaggio schietto e a volte violento.


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