martedì 29 settembre 2015

Questo orto

 

ATTILIO BERTOLUCCI

DECISIONI PER UN ORTO

Bisogna rivalutare questo orto
recingerlo dove è aperto di rete metallica
azzurra sostituendo i pali fradici
pallidi di vecchiaia con altri
appena scortecciati di un bianco
che si dora all’aria con lentezza
e felicità e saranno le piogge e le nevi
di là da venire ad argentarli
così che di essi non si distingua l’età.
A suo tempo ricordarsi delle sementi
da inviare qui perché si provveda
a rendere fruttifera una terra
che produce soltanto alte ortiche
e gramigne ruvide e da una pianta folgorata
prugne selvatiche eccessivamente dolci.
Pregio di tale appezzamento misero
l’esposizione ad occidente e dunque
sul suo pendìo il sole della sera
a lambirci la faccia vecchio cane
da caccia in pista fra cielo e boschi
sublimi per altezza e intrico nero di rami.

(da Viaggio d'inverno, 1971)

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Viaggio d’inverno è la raccolta romana di Attilio Bertolucci: il poeta dell’Appennino parmense sente nostalgia di quella terra natale dove ritorna appena può, nel “corso paziente delle stagioni”: ripulire un pezzo di terra, ripristinare i pali e la rete di un orto da far coltivare e da rimirare durante l’estate, è un’attività apparentemente semplice che in realtà costituisce un ulteriore legame con le proprie radici.

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Zairis

EMMANUEL ZAIRIS, “RAGAZZA NELL’ORTO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Coltiviamo il nostro piccolo orto non solo per la speranza di poterne ricavare dei frutti un domani, ma soprattutto per il piacere che tale cura e tale speranza ci procurano oggi.
GIOVANNI SORIANO, Finché c’è vita non c’è speranza




Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.


1 commento:

Paolo ha detto...

bella. Una poesia da vecchio che se ne sta a rimirare la recinzione, l'ortica e il susino e vaneggia di sementi e di dmani....