mercoledì 11 novembre 2015

Luce d’una città al tramonto

 

VITTORIO SERENI

PERIFERIA 1940

La giovinezza è tutta nella luce
d’una città al tramonto
dove straziato ed esule ogni suono
si spicca nel brusio.

E tu mia vita salvati se puoi
serba te stessa al futuro
passante e quelle parvenze sui ponti
nel baleno dei fari.

(da Diario d’Algeria, Einaudi, 1947)

 

“Sembrava tutto finito, perché i tedeschi erano sulla Manica; ci aspettavamo da un momento all’altro che sbarcassero in Inghilterra e il reparto al quale io appartenevo dal Piemonte era stato fatto ritornare in Lombardia su una tradotta militare. Il treno passava nei pressi di Milano senza fermarsi, durante l’oscuramento”. Vittorio Sereni racconta così di quel 1940 a Milano: questa poesia è una presa di coscienza della svolta che  la Storia sta prendendo e che sta dando, come in quei meccanismi di moto perpetuo, a milioni di vite. Così il poeta si augura in altri versi: “Mia vita, salvati se puoi, / serba te stessa ai futuri / e quei crepuscoli sui ponti / e quelle frotte venienti in un bisbiglio / nel baleno dei fari, lungo l’acqua / ambigua dei Navigli”.

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Sironi

MARIO SIRONI, “GASOMETRO”, 1942

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LA FRASE DEL GIORNO
Mille volti ha Milano; ma in uno / li chiude.
VITTORIO SERENI, Diario d’Algeria




Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.


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