mercoledì 21 dicembre 2016

Il mago del sonno

 

GLAUCE BALDOVIN

LIBRO DI LUCÍA, XXVII

È arrivato il mio amante. L’inverno.

Con fragili piedi cammino sulla brina
la schianto con i fiori, in cattedrali,
in un’erba tenace che si aggrappa alla terra.
Bagno le mani nell’acqua e diventano viola,
parlo, e un vapore celeste mi esce dalla bocca.
Sono ammaliata!

L’inverno mi incanta.
Lui, il mago del sonno,
lui che addormenta le piante e tutti gli animali,
mi sveglia, mi strega, mi trasforma
nell’antica ragazza
e poi scappa.

(da Libro di Lucía, 1986)

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La donna sedotta e abbandonata dall’inverno è la poetessa argentina Glauce Baldovin: riesce a trovare fascino nei suoi rigori, riesce a riscoprire il suo incanto nei ricordi di ragazza. Questi versi servano da augurio per questo inverno che comincia oggi con il solstizio. Dal canto mio, aspetto un’altra amante, la primavera…

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
I rami spogli d’inverno sono una forma di scrittura.
BILLY COLLINS, A vela, in solitaria intorno alla stanza




Glauce Baldovin (Río Cuarto, 1928 -  Córdoba, agfosto, 1995), poetessa argentina. La sua poesia, segnata dal dolore furioso e pieno di vertigini seguito alla perdita del figlio, "desaperecido" durante la dittatura, sembra esplodere all'improvviso tra le mani, lasciando la sua brace incandescente.



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