sabato 1 aprile 2017

Poesie per aprile III


La dolcezza di aprile, il suo tepore, la prima adolescenza della natura sono i protagonisti di questi versi dedicati al mese delle fioriture e della Pasqua da due poeti del Novecento italiano,  un quasi leopardiano Franco Matacotta e un limpido Libero De Libero.


Giacinto

 FOTOGRAFIA © PEZIBEAR/PIXABAY



FRANCO MATACOTTA

IN QUESTO SPARSO ODORE DI GIACINTO

Ancora viva nella pura luce
della sera d’aprile, ancora viva,
luna?

Così fragile sei nell’aria tersa
che fa vibrare i teneri trifogli
ed allontana il suono delle trombe
sulla piana notturna, luna ignara,
in questo sparso odore di giacinto
cancelli ogni memoria e sulla nuda
petrosa terra, tu sola viva, luna.

(da Naialuna, Edizioni amici della poesia, 1948)

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LIBERO DE LIBERO

PER UN APRILE

Il sole è un’arida pietra
stamane e per me si ripete
il tempo di rondini
novelle di altri paesi
come acqua fresca alla mano.
E gli orti e il cielo implume
nel fievole vento dissennati
assaporano l’aria,
già trasale il mio sonno
pensato per l’ombra d’una quercia.

(da Solstizio, Quaderni di Novissima, 1936)

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LA FRASE DEL GIORNO
Fuggevoli le ore / che il materassaio batte / da un nascosto cortile / fuggevole è l’aprile.
ATTILIO BERTOLUCCI, Viaggio d’inverno




Franco Matacotta (Fermo, 11 ottobre 1916 – Genova, 1º maggio 1978), poeta e giornalista italiano. La sua poesia con il passare degli anni suggerisce una visione idillica del rapporto tra uomo e natura nel quale emergono componenti già in origine presenti: il panismo dannunziano, un sottofondo virgiliano e petrarchesco, riscontrabile anche nel linguaggio poetico oltre che nella più generale tematica del testo.

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