martedì 22 agosto 2017

Dall’intima culla del ritmo


CARLOS EDMUNDO DE ORY

A TE CHE MI ISPIRI OBBEDISCO E DESIDERO

A te che mi ispiri obbedisco e desidero
la tua invisibile fuga e il tuo randagio arrivo
dall’intima culla del ritmo tu mi chiami
portandomi la conchiglia della profondità.

Sono senza fine senza fine i diluvi caduti
cuori che puntuali gustarono il loro aroma
qui serbano ancora le parole perdute
e io compongo un verso di conoscenza e perdono.

(da Poesia 1945-1969, 1970)

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Carlos Edmundo De Ory fu un poeta spagnolo controcorrente: lirico in tempo di avanguardie, barocco, romantico. Questa è la sua idea poetica, l’ispirazione che si fa poesia, che giunge dal profondo a mescolare memorie perdute: come scrisse nel suo Diario, “La poesia viene dall'infanzia. Siamo poeti se abbiamo avuto un’infanzia. Il poeta non arriva a scoprirsi finché non è lontano dall’infanzia. Il poeta scrive le sue poesie quando è divenuto un uomo (le sue vere poesie). Il vero poeta impasta e forma la sua atmosfera con i materiali più dimenticati della sua vita; con materiali indimenticabili”.

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Rassouli

FREYDOON RASSOULI, “UNIONE CELESTE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Cerco nella poesia, cerco in me: io sono la mia poesia.
CARLOS EDMUNDO DE ORY




Carlos Edmundo de Ory (Cadice, 27 aprile 1923 - Thézy-Glimont, Francia, 11 novembre 2010​), poeta, saggista, epigrammista e aforista spagnolo, esponente del postismo, sintesi delle avanguardie del ‘900. Figlio del poeta modernista Eduardo de Ory, dopo aver viaggiato per l’Europa si stabilì ad Amiens come bibliotecario della Maison de la Culture.


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