mercoledì 31 marzo 2010

Anacronismi


Mi diverte, quando guardo i film ambientati in epoche che non sono la nostra, cercare gli anacronismi, gli oggetti che non dovrebbero esistere. L’orologio del legionario romano è un caso limite portato spesso a esempio. Ma ci sono sottigliezze come il brano “Con il nastro rosa” di Battisti, che è del 1980, proveniente da una radiolina nel peraltro bellissimo “Io non ho paura” di Salvatores, che racconta eventi del 1978.

Non è che un gioco. Ma se applichiamo questa ricerca alla storia, allora ecco gli OOPArt, oggetti che non dovrebbero esistere in quel contesto perché la loro invenzione o le tecniche per la loro realizzazione sarebbero venute molto più avanti nel tempo. OOPArt sta per Out of Place Artifacts, “oggetti fuori luogo”, ovvero anacronismi. Se ne occupa l’archeologia misteriosa o pseudoarcheologia, visto che gli scienziati sono scettici di fronte a tali reperti e quasi sempre riescono a dare una spiegazione logica, molte volte legata ad abili falsificazioni, più raramente dovuta all’affermazione che quell’oggetto solo apparentemente è estraneo alla sua epoca, come il celebre Meccanismo di Anticitera, un calcolatore astronomico perfettamente compatibile con le conoscenze degli antichi Greci.

Quasi sempre. Talvolta la spiegazione proprio non c’è e non si trova. Per esempio:
  • Nella Table Mountain, in California, in uno strato di roccia del Terziario, tra i 33 e i 55 milioni di anni fa, è stato rinvenuto un mortaio con pestello
  • Sulle rive del fiume Narada, in Russia, sono stati ritrovati dei sottilissimi elementi avvolti a spirale, della grandezza di 3 micron, in rame, tungsteno e molibdeno, molto simili a quelli realizzati con le moderne nanotecnologie
  • La pagoda nera di Konark in India ha una colossale pietra sommitale, eretta nel XIII secolo: si ritiene che non sia possibile innalzarla senza i moderni macchinari



  • In una grotta nella città francese di Saint-Jean de Livet, da un calcare risalente a 65 milioni di anni fa (l’epoca della sparizione dei dinosauri), sono usciti alcuni tubi metallici rettangolari modellati
  • Il teschio di un bisonte di una specie vissuta tra 30.000 e 70.000 anni fa nella Yakuza, con un foro rotondo che sembra causato da una pallottola
  • i jet d’oro precolombiani: sarebbero raffigurazioni di aerei a reazione dell’anno 1000 (forse i più celebri OOPArt, ma potrebbero essere uccelli stilizzati)



  • La protesi metallica di puro ferro, lunga 23 cm, nella gamba della mummia del sacerdote egizio Usermontu, che visse tra il 656 e il 525 avanti Cristo
  • A Heavener, in Oklahoma, nel 1928 da un filone di carbone datato 285 milioni di anni spuntò fuori un muro di calcestruzzo
  • Nello Utah, in una roccia scistosa del Cambriano, 500 milioni di anni fa, c’è l’orma di una scarpa con tacco, che avrebbe schiacciato un trilobite, animale estintosi 300 milioni di anni fa; un’altra impronta fossile di scarpa è saltata fuori nel Nevada, e risalirebbe a 5 milioni di anni fa
  • E la forma di una vite fossile, lunga 5,08 cm, è rimasta impressa come una fotografia, consumatosi il ferro, in una miniera d’oro di Treasure City nel 1869.

Viaggi nel tempo, premonizioni, teletrasporto? O più probabilmente burle di qualche buontempone. Una risposta non c’è. Altre volte invece gli studiosi sono riusciti a trovare una spiegazione:
  • Un cranio umano ritrovato nello Zambia con un “foro di pallottola” come quello del bisonte della Yakuza: il buco potrebbe essere stato lasciato dal canino di un grosso predatore o essere una foratura sacrale del cranio
  • La batteria di Bagdad, considerata un utensile per placcare pezzi di metallo, è in realtà un contenitore per sacri rotoli di papiro
  • I teschi di cristallo precolombiani, impossibili da lavorare senza strumenti più moderni, sono dei falsi del XIX secolo. Sono però serviti per una nuova avventura di Indiana Jones
  • Le sfere metalliche di Klerksdorp, in Sudafrica, risalenti a 2,8 miliardi di anni fa, sono formazioni naturali, noduli di limonite
  • L’aliante di Saqqara, un oggetto leggero con ali aerodinamiche, è in realtà la riproduzione di un uccello, probabilmente un giocattolo: alla prova del volo, una ricostruzione non è stata in grado né di volare né di planare

Ciò non toglie che la pseudoarcheologia si possa buttare nelle ipotesi della pseudostoria: sulla base degli OOPArt c’è chi ha elaborato la “teoria dell’alternanza delle civiltà evolute”, giudicando possibile che nel corso dei millenni sulla Terra si siano sviluppate più civiltà simili alla nostra e che ogni volta siano riuscite ad autodistruggersi. Altri reputano invece possibile un intervento di colonizzatori alieni, con morfologia simile alla nostra, capaci di influenzare in modo indiretto gli ominidi preistorici. Come si vede, c’è molto materiale per la fantascienza e praticamente nulla per la scienza…

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LA FRASE DEL GIORNO Sono esploratori cattivi quelli che pensano che non ci sia terra se vedono solo mare.
FRANCIS BACON, Advancement of Learning

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