lunedì 18 novembre 2013

Pronuncio il tuo nome

 

FEDERICO GARCÍA LORCA

SE LE MIE MANI POTESSERO SFOGLIARE

Pronuncio il tuo nome
nelle notti buie,
quando gli astri vanno
a bere alla luna
e dormono gli alberi
delle foreste cupe.
Ed io mi sento vuoto
di passione e musica.
Orologio impazzito che canta
morte ore antiche.

Pronuncio il tuo nome
in questa notte buia,
e il tuo nome suona
più lontano che mai.
Più lontano delle stelle,
più dolente della pioggia quieta.

Ti amerò ancora
come allora? Quale colpa
ha il mio cuore?
Se si alza nebbia
quale nuova passione m'attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!

Granada, 10 novembre 1919

(da Libro de poemas, 1921)

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Questa è, tra le poesie di Federico García Lorca, quella che preferisco. Forse perché alla fine resta l’idea della luna come un’immensa margherita da sfogliare petalo per petalo per divinare l’amore. Forse per la dolcezza e la bellezza di pronunciare il nome dell’amata, soppesarlo sulla lingua, evocarne la figura lontana che riempie il cuore di nostalgia. Forse perché semplicemente fa vibrare qualche corda dentro di me.

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Sailor3

DISEGNO DI FEDERICO GARCÍA LORCA

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LA FRASE DEL GIORNO
Dicevo nelle notti la tristezza / del mio amore ignorato / e la luna lunera, che sorriso / aveva tra le labbra.
FEDERICO GARCÍA LORCA, Libro de poemas




Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936), poeta e drammaturgo spagnolo). Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di Salvador Dalí e Luis Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti.


2 commenti:

Vania ha detto...

...è davvero molto bella questa poesia.

....passaggi in cui credo tutti si rivedono(innamorati naturalmente)...e a questa poesia mi torna in mente la tua dei due innamorati..."abbracci e baci".

ciaoo Vania:)

DR ha detto...

Se si può paragonarmi a Garcia Lorca. E no, non si può, Vania, non si può...