martedì 4 novembre 2014

Un mare placato

 

ANTONIA POZZI

PAUSA

Mi pareva che questa giornata
senza te
dovesse essere inquieta,
oscura. Invece è colma
di una strana dolcezza, che s'allarga
attraverso le ore –
forse com'è la terra
dopo uno scroscio,
che resta sola nel silenzio a bersi
l'acqua caduta
e a poco a poco
nelle più fonde vene se ne sente
penetrata.

La gioia che ieri fu angoscia,
tempesta –
ora ritorna a brevi
tonfi sul cuore,
come un mare placato:
al mite sole riapparso brillano,
candidi doni,
le conchiglie che l'onda
lasciò sul lido.

7 dicembre 1934

(da Parole, 1939)

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La quiete dopo la tempesta, il calmo assorbimento delle emozioni: è un languido stordimento quello che racconta Antonia Pozzi: capita di ritrovarsi dopo giornate vissute intensamente e scoprire in quella tranquillità che il sentimento si è placato, si è disteso piacevolmente, rilassato come un muscolo dopo essere stato contratto: “e l'anima ritrova la sua pace, / come un folle balzo di acque / che si plachi, incontrando / la suprema quiete del mare”.

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Signorini

TELEMACO SIGNORINI, “SULLE COLLINE A SETTIGNANO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Anima, sii come la montagna: / che quando tutta la valle / è un grande lago di viola / e i tocchi delle campane vi affiorano / come bianche ninfee di suono, / lei sola, in alto, si tende / ad un muto colloquio col sole.
ANTONIA POZZI, Parole




Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938), poetessa italiana. Laureatasi in Filologia con una tesi su Flaubert, si tolse la vita dopo una contrastata storia d’amore. Il suo diario poetico Parole fu pubblicato postumo, nel 1939: composto a partire dai diciassette anni, riflette un'amara e inquieta sensibilità in cui si avverte l'influsso della lirica di Rilke.


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