giovedì 25 febbraio 2016

Nel cielo dei portoni

 

ALFONSO GATTO

ALBA A SORRENTO

Al freddo stretto i limoni movevano la luna d’alba
prossima ad esalare scialba nel cielo dei portoni.
Sulla finestra a grate, tra i rami d’arancio
portava il vento uno slancio di polle rosate:
i gerani smorti dal gelo trepidavano d’aria
sotto l’arcata solitaria illuminata dal cielo.

Ai monti pallidi d’ali sorgevano voci remote,
per strada le ruote dei primi carri, i fanali
tenui nel vetro dell’aria, trasparenza del verde
fresco delle persiane; lungo i cancelli
il sole era un caldo cane addormentato tra i monelli.

(da Morto ai paesi, 1937)

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Un bozzetto del primo Alfonso Gatto: la bella città che dà nome alla penisola a sud di Napoli si risveglia sotto un cielo quasi ad acquarello che si apre alla luce per donare pienezza al tripudio dei colori: dal giallo e dall’arancione degli agrumi al rosso dei gerani, passando per il verde delle persiane e il rosa dei riflessi. Quanto alla tecnica, da notare l’uso sapiente della rimalmezzo.

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sorrento_sunrise

BOB PEYMAN, “SORRENTO SUNRISE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Ancora s'apre all'aperto, / al conto degli occhi, la sola paura d'essere vivi, / mangiando al guscio le arselle, guardando le stelle.

ALFONSO GATTO, Poesie d’amore




Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


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