giovedì 10 maggio 2018

Il palpito dei frutti


ANDREA ZANZOTTO

IDEA

E tutte le cose a me intorno
colgo precorse nell’esistere.
Tiepido verde il nitore dei giorni
occulta, molle li irrora,
d’insetti e uccelli s’agita e scintilla.
Tutto è pieno e sconvolto,
tutto, oscuro, trionfa e si prostra.
Anche per te, mio linguaggio, favilla
e traversia, per sconsolato sonno
per errori e deliqui
per pigrizie profonde inaccessibili,
che ti formasti corrotto e assoluto.
Anche tu mio brevissimo nitore
di cellule mentali, tronco alone
di gridi e di pensieri
imprevisti ed eterni.
Ed esanime il palpito dei frutti
e delle selve e della seta e dei
rivelati capelli di Diana,
del suo felice dolcissimo sesso,
e, agra e vivida, l’arsura .
che all’unghie s’intromette ed alle biade
pronte a ferire,
e il mai tacente il mai convinto cuore,
tutto è ricco e perduto
morto e insorgente
tuttavia nella luce
nella mia vana chiarità d’idea.

(da Vocativo, Mondadori, 1957)

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Nelle poesie di Andrea Zanzotto è onnipresente la natura: in effetti l’uomo – il poeta – interagisce con la natura e pone attraverso questa ricognizione la base dell’atto poetico: è però difficile l’interazione tra il mondo dell’idea, e delle astrazioni con quello dei fenomeni della realtà esterna; il linguaggio è sempre mediato dalla mente, e non può quindi che alterare la realtà, come significato anche dalla lunga serie di ossimori nel testo.

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Pieve di Soligo

FOTOGRAFIA © PROSECCO PRIVÉE

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LA FRASE DEL GIORNO
Quando si scrive una poesia è frequente la serendipità: miri a conquistare le Indie e raggiungi l'America.

ANDREA ZANZOTTO, La Repubblica, 18 ottobre 2011




Zanzotto_AndreaAndrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011), poeta italiano tra i più importanti del secondo Novecento. La sua poesia è legata alle tracce e alle memorie del suo paese natio: "Qui non resta che cingersi intorno il paesaggio”.


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